– Umiltà -
Dagli scritti di Padre Pio:
Riconoscete che la virtù della rassegnazione cristiana è quella che vi assicura maggiormente della vera perfezione, e se la pazienza è d’uopo praticarla verso gli altri, conviene anche con noi stessi. Chi aspira al puro amore di Dio non ha bisogno di aver pazienza con gli altri, come conviene averla con se stessi. Conviene quindi sopportare pazientemente la nostra imperfezione per potere arrivare alla perfezione; dico sopportarla con pazienza e non già di amarla e accarezzarla; l’umiltà si nutrisce in questa sofferenza. (Ep.IV,365)
Dagli scritti di Padre Pio:
So che voi vi rattristate perché non potete efficacemente correggere le vostre imperfezioni; ma fatevi animo, miei carissimi figliuoli, e rammentatevi di ciò che spesso vi ho detto al riguardo, cioè che voi dovete essere affezionati egualmente alla pratica della fedeltà verso Dio, ed alla pratica dell’umiltà; di fedeltà per rinnovare le vostre risoluzioni di servire Dio con quella medesima frequenza, che voi le trasgredite, e tenendovi sulle vostre per non trasgredirle; di umiltà quando vi accadrà di trasgredirle per riconoscere la vostra miseria ed abiezione. (Ep. IV, 385)
Dagli scritti di Padre Pio:
Gesù ti conforti, ti sorregga, ti benedica sempre!… Qual consiglio potrei darti, se non di umiliarti sempre più dinanzi alla bontà infinita del Signore, lasciare libera azione alla divina grazia e servirtene sempre a sua gloria, a salvezza tua e di tutte le anime?… Umiltà, dunque, rassegnazione, preghiera, ringraziamenti al buon Dio! (Ep. I, 528)
Dagli scritti di Padre Pio:
Al crescere dei doni, cresca la vostra umiltà, pensando che tutto ci viene dato ad imprestito: al crescere dei doni sia sempre congiunta quell’umile riconoscenza verso un sì insigne benefattore, erompendo in continui ringraziamenti l’animo vostro… Abbiate fede nel divino aiuto e siate sicura che colui che vi ha finora difeso, continuerà la sua opera di salvezza. (Ep.II,420)
Dagli scritti di Padre Pio:
Vivi umile, dolce ed innamorata del nostro Sposo celeste, e non ti dar fastidio per non poter avere memoria di tutti i tuoi minimi mancamenti per poterteli confessare; no, figliuola, non conviene per questo affliggerti perché siccome cadi spesso senza accorgertene, così parimenti senza che te ne accorgi, risorgi. (Ep.III,945)
Tratto dall’ Epistolario IV, I, II, III, II edizione anno 1984, 1973, 1975, 1977, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni
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