– Angelo Custode -
Dagli scritti di Padre Pio:
Il tuo buon angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il tuo condottiero che ti guidi per l’aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani affinchè tu non dia piede in qualche sasso; ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne… Come è consolante il pensiero che vicino a noi sta uno spirito, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, nemmeno quando osiamo peccare.
Riflessione:
Rendiamo grazie per la presenza di questi angeli. E’ bello pensare che dalla culla alla tomba non ci lasciano mai stare. E mi piace pensare che nel momento della morte accompagnano la nostra anima fino al paradiso; è questo il loro compito. L’angelo custode ci viene affidato fin dal momento del concepimento; ci accompagna per tutta l’esistenza e quando l’anima si stacca dal corpo l’angelo porta, accompagna l’anima in paradiso e possiamo immaginare che in quel momento termina la sua missione. Questa è una missione preziosa, è una missione che ci guida, ci protegge. Dobbiamo prendere un po’ di confidenza con l’angelo custode, non trascurarlo troppo, ma renderci conto della sua esistenza, della sua presenza e poiché il suo compito è quello di essere un messaggero, è colui che prende e porta a Dio le nostre opere, i nostri pensieri, i nostri desideri. Chiediamoci che azioni porta, che pensieri porta, che desideri vengono presentati a Dio dal nostro angelo. San Pio ci invita anche a trattarlo come un confidente, pronto a consolarci. Se sapessimo comprenderlo! Certe volte ci sembra veramente di essere proprio lontani dalla fede, sembra che certe cose le ascoltiamo per la prima volta. Se sapessimo comprendere la preziosità di questa presenza!
Dagli scritti di Padre Pio:
Questo spirito celeste ci guida, ci protegge come un amico, un fratello. Ma è oltremodo consolante il sapere che quest’angelo prega incessantemente per noi, offre a Dio tutte le azioni e opere che compiamo, i nostri pensieri, i nostri desideri, se son puri. Deh!, per carità, non dimenticare questo invisibile compagno, sempre presente, sempre pronto ad ascoltarci, più pronto ancora a consolarci. O deliziosa intimità, o beata compagnia che l’è questa, se sapessimo comprenderla!
Riflessione:
Appartiene alla misericordia di Dio, all’amore di Dio quello di averci affidato ad un angelo. San Pio ci invita a ricordarci della sua presenza e a ringraziarlo e pregarlo, a tenergli buona compagnia. In realtà è lui che tiene compagnia a noi. Uno dei segni dell’amore di Dio è farci capire che non vuole che siamo mai soli: potremmo fuggire anche da tutti e da tutto ma l’angelo rimane con noi. E’ bello pensare anche alla sensibilità e alla delicatezza di questa creatura: chissà quante volte viene offeso e turbato dai nostri atteggiamenti, dalle nostre realtà.
Dagli scritti di Padre Pio:
Abbilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordati spesso della presenza di quest’angelo, ringrazialo, pregalo, tiengli sempre buona compagnia. Apriti e confida a lui tutti i dolori; abbi continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Sappilo e fissalo bene nella mente. Egli è così delicato, così sensibile.
Riflessione:
Vi ripeto spesso che mentre riflettiamo su questi scritti comprendiamo che la realtà dei santi è molto diversa dalla nostra. I santi la loro realtà ce la comunicano con estrema naturalezza, anzi, sentendosi anche molto manchevoli. Rivolgiamoci ai nostri angeli, ne sperimenteremo i benefici effetti. Alla scuola dei santi c’è tanto da imparare. Mettiamoci a questa scuola!
Dagli scritti di Padre Pio:
Non dir mai di essere sola a sostenere la lotta con i nostri nemici; non dir mai di non avere un’anima alla quale puoi aprirti e confidarti. Sarebbe un grave torto che si farebbe a questo messaggero celeste… A lui rivolgiti nelle ore di suprema angoscia e ne esperimenterai i di lui benefici effetti. Gesù oltre la prova dei timori e tremori spirituali con qualche aroma di desolazione, va aggiungendo anche quella lunga e varia prova del malessere fisico, servendosi a questo fine di quei brutti cosacci… ; allorchè videro andare in fumo i loro sforzi, mi si avventarono addosso, mi gittarono a terra, e mi bussarono forte forte, buttando per aria guanciali, libri, sedie… Ne mossi lagnanza all’angiolino, e questi dopo avermi fatto una bella predichina, soggiunse: “ Ringrazia Gesù che ti tratta da eletto a seguire lui vicino per l’erta del calvario… Gesù permette questi assalti al demonio, perché la sua pietà ti rende a sé caro e vuole che tu lo rassomigli nelle angoscie del deserto, dell’orto e della croce”… cosa ho io mai fatto da meritare tanta squisita amorevolezza dal mio angiolino ? (Dall’Ep.III,82/83 primi tre scritti; Ep.IV,330/331)
Riflessione:
E ‘straordinario come anche nel momento del dolore più grande padre Pio riesca a percepire l’amorevolezza del suo angelo. Qui vediamo che la tentazione non riesca a conquistare san Pio, è come quando noi vogliamo per forza qualcosa; qualcuno ce lo impedisce e allora ci inquietiamo, ci arrabbiamo, reagiamo male, a volte diventiamo anche un po’violenti. Questo è successo al diavolo con San Pio; non ha potuto avere la meglio e allora la sua ira si è scatenata, in quella agonia anche fisica. Ma quei dolori non sono la minimissima parte dei dolori dell’umanità che Gesù ha preso su di sé? Quei dolori sono un’inezia di fronte ai dolori di Cristo, eppure per San Pio erano già mortali, al punto da trovare consolazione solo nel Cristo crocifisso, dove tutto si ridimensiona, dove si trova pace. Se fossimo capaci, in quei momenti di grande dolore, di guardare al crocifisso, di rivolgerci a lui e dirgli come San Pio:” Sono onorato di partecipare con te alla salvezza del mondo.Chissà perché questa pagina di vangelo piacerebbe a tutti saltarla, una pagina che vorremmo rimanesse solo nelle coreografie prepasquali e invece c’è una realtà quotidiana che ci invita a dire:”Qualsiasi sia la mia prova, Signore, mi stai rendendo partecipe del tuo dolore per la salvezza del mondo, eccomi!”. Che gli angeli ci aiutino in questa meravigliosa esperienza di fede.
Tratto dall’ Epistolario III, IV, II edizione, anno 1977 e 1984, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
Le riflessioni sono del nostro parroco don Emilio Lonzi.
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