padre pio prega – Ringraziare sempre  Dio -

Dagli scritti di Padre Pio:

Vivete, o figliuoli, finché piace a Dio, in questa valle di miserie con una totale sommissione alla sua santa volontà. Vivete tranquilli, fate riposare i vostri cuori dolcemente nella volontà di Dio. O Dio! di quanto noi siamo debitori a questa vostra divina ed amabile bontà, che ci avete fatto desiderare con tanto ardore di vivere o morire nella vostra dilezione. Senza dubbio, miei carissimi figliuoli, noi lo bramiamo, noi siamo risoluti di vivere e morire per questa divina dilezione: speriamo ancora, che il nostro dolcissimo Salvatore, che ci dà la volontà di ciò desiderare, ci dia ancora la grazia di eseguirlo sino al termine del nostro pellegrinaggio. (Ep.IV,372)

Riflessione:

San Pio è pienamente cosciente di compiere un pellegrinaggio, con una meta chiara, luminosa, dinanzi alla quale non ha posto nessun ostacolo, anzi, li superava tutti. Questa volontà di Dio che va scelta, che va cercata, vissuta, è spesso una volontà di Dio un po’ inedita. A volte non si sa nemmeno cosa significhi fare la volontà di Dio; siamo così portati a fare la nostra e abbiamo sempre ragione. Che il pellegrinaggio della nostra vita sia ricco di tappe di fede, sia orientato da tante e innumerevoli occasioni che costantemente confermano o correggono il giusto cammino. A volte pensiamo che ci sia molto da capire; penso che ci sia bisogno, invece, di un po’ di silenzio, di apertura del cuore.

Dagli scritti di Padre Pio:

Ahimè! Chi mi salverà da questo carcere tenebroso! Chi mi libererà da questo corpo di morte! Ma viva Iddio nel più alto dei cieli! Egli è la mia fortezza, egli è la salute dell’anima mia, egli è la mia porzione in eterno. In lui spero, in lui confido e non temerò di male alcuno…mi sento morire in ogni istante della vita, al sol pensiero di non morire. ( Ep.II,463)

Riflessione:

Il dolore più grande per San Pio era il pensiero di non morire, perché per noi cristiani la morte è vivere in pienezza la risurrezione; per noi cristiani, e i santi mirabilmente ce lo hanno dimostrato, la fortezza è Dio, la vera salute è la salvezza dell’anima. Questo Dio nel più alto dei cieli è qui dinanzi ai nostri occhi. Continua questo impegno di fedeltà, con umiltà estrema, ad essere il Dio con noi, il Dio tra noi, il Dio in mezzo a noi. E ancora una volta è qui dinanzi ai nostri occhi; il cielo scende sulla terra perché la terra sia portata in cielo. Gesù Eucaristia ci divinizza e ci propone quella conversione.

Dagli scritti di Padre Pio:

…Rammentiamoci, o meglio teniamo presente ciò che costituisce la vera santità. Santità vuol dire essere superiori a noi istessi, vuol dire vittoria perfetta di tutte le nostre passioni: vuol dire vittoria perfetta di tutte le nostre passioni: vuol dire disprezzare veramente e costantemente noi stessi e le cose del mondo fino a preferire la povertà alle ricchezze, l’umiliazione alla gloria, il dolore al piacere. La santità è amare il prossimo come noi istessi e per amore di Dio. La santità, su questo punto, è amare fino a chi ci maledice, ci odia, ci perseguita, anzi persino a fargli del bene. La santità è vivere umili, disinteressati, prudenti, giusti, pazienti, caritatevoli, casti, mansueti, laboriosi, osservatori dei propri doveri non per altro fine se non di piacere a Dio, e per riceverne da lui solo la meritata ricompensa. (EP. II, 542)

Riflessione:

“ Rammentiamoci….”

Più che conversione qui sembra proprio un capovolgimento. Paragonando la nostra vita alla santità possiamo facilmente accorgerci di essere un’altra cosa, purtroppo. E allora ricominciamo, con l’umiltà, il disinteresse, la prudenza, la giustizia, la pazienza, la carità, la castità, la mansuetudine, la laboriosità, per piacere a Dio, innanzitutto. Da questa sera il nostro impegno sia rinnovato; vivere la santità che già ci appartiene, ma che  chiaramente è davvero persa di vista.

Dagli scritti di Padre Pio:

Esercita assai il tuo cuore nella dolcezza interiore ed esteriore, e tienilo in tranquillità fra la molteplicità degli affetti che hai. Guardati assai dalle angustie, che sono la peste della santa divozione, e continua a tenere l’anima tua in alto, non riguardando questo mondo per altro che per disprezzarlo, né il tempo che per aspirare all’eternità.(Ep.III,365)… Poco deve importare ai figli di Dio il vivere questi brevissimi momenti che passano, purché eternamente vivano nella gloria con Dio.(Ep.III,826)

Riflessione:

Quando diciamo “in alto i nostri cuori”, come se in certi momenti le cose della terra non ci riguardassero, perché stiamo contemplando le vie del cielo; come se il tempo non ci interessasse perché aspiriamo all’eternità. Disprezzare il mondo significa diminuire il prezzo, diminuire il valore. Ci sono delle cose che devono diminuire di valore  e delle altre che devono aumentare; questo ci hanno insegnato i santi, questo ci ha insegnato San Pio, a  riequilibrare  il valore. A volte assolutizziamo situazioni provvisorie e non badiamo a quelle eterne.

Tratto dall’ Epistolario II, III, IV, II edizione anno 1975, 1977, 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

Le riflessioni sono del nostro parroco don Emilio Lonzi.

Be Sociable, Share!