– Prediletti del Signore -
Questi santi hanno saputo godere della presenza di Gesù e hanno saputo custodire nel proprio cuore, tutto ciò che riuscivano ad ascoltare e custodendo nel proprio cuore con amore, ciò che Dio donava loro, anche loro stessi si saranno sentiti in quel cuore che tutti ama, in quel cuore che tutti accoglie, quel cuore divino di Gesù, quel cuore su cui tante volte, in questo mese, abbiamo riflettuto. Ognuno cerca di entrare in quel cuore, soprattutto quelli che hanno maggiormente bisogno di amore e non sanno dove cercarlo, o comunque non riescono a trovarlo. E allora si rifugiano nel Cuore di Gesù. Chiunque vi riesce trova pace, trova ristoro. S. Pio scriveva:
Le anime più afflitte sono le predilette del divin Cuore; e tu sta pur sicura che Gesù ha scelto la tua anima per essere la beniamina del suo Cuore adorabile. In questo Cuore tu devi nasconderti; in questo Cuore sfogare i tuoi ardenti desideri; in questo Cuore vivere ancora quei giorni che la provvidenza ti concederà; in questo Cuore morire, quando al Signore piacerà.
Riflessione:
Trovare rifugio nel Cuore di Gesù, significa il più autentico cuore a cuore, lì dove non servono parole, ma i sentimenti dialogano tra loro. In questo dialogo si trovano tante risposte, quelle che il mondo non sa dare, quelle risposte che i sapienti del mondo non riescono nemmeno ad immaginare, ed ecco perché nel Cuore di Gesù si trova ristoro. Questo cuore a cuore con Gesù: ”Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”, quel cuore grande, quel cuore trafitto, quel cuore squarciato, quel cuore che ha dimostrato l’amore infinito; Gesù lo definisce umile, mite. C’è tanto da imparare per ognuno di noi.
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La Chiesa tutta, che viene amata in maniera inimmaginabile da Dio e ognuno di noi può trovare rifugio in questo amore, in questo cuore. S. Pio scriveva:
… Tu … senza comprenderlo appieno, in questo Cuore sei nascosta; in questo Cuore tu sfoghi tutti i tuoi desideri; in questo Cuore tu sei, tu vivi e ti muovi; è in questo Cuore che io ti ho riposto, a questo Cuore io ho immolata la tua volontà… e stando così le cose, si comprende come mai l’anima tua non può, non deve rimanere inattiva e quasi egoista allo spettacolo che le si offre dinanzi nel mirare le creature che fuggono il lor creatore.
Riflessione:
Così anche ognuno di noi in questo cuore è, vive, si muove. In questo cuore vive la dimensione del sacrificio, ogni volta che accettiamo la sua volontà. Alla scuola del Cuore di Gesù, diventiamo capaci di comprendere questa volontà, di scegliere la sua volontà, a volte poi, anche di accettare la sua volontà. E’ bello pensare innanzitutto che è importante comprendere la sua volontà e sceglierla, non subirla, sentendoci protagonisti nel portare a compimento i progetti di salvezza che Lui propone ad ognuno di noi. Possiamo dire che per tanti, dinanzi all’amore di Dio, c’è un autentico fuggi, fuggi, perché l’amore di Dio richiede impegno, a volte sacrificio, scelte difficili, ma questa è l’autentica esperienza della libertà. Scegliere l’amore di Dio come ideale della propria vita è la massima libertà che un essere umano possa sperimentare. Il mondo la vede come una schiavitù e tanti non si rendono conto, invece, di essere proprio schiavi del mondo, succubi del mondo. A noi il Signore ha donato la libertà dei figli di Dio. Chi è più libero di Pietro! Chi più libero di S. Paolo, capace di combattere la legge nel nome dell’amore di Dio. Lui, un integralista assoluto, che va contro la legge perché capisce che la legge non salva; l’amore di Dio salva, la legge rende schiavi. L’amore di Dio libera e ti fa volare alto per darti la sensazione di andare verso Dio e già su questa terra pregusti il paradiso.
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Alla scuola del Cuore di Gesù si fa questa esperienza di amore e dovremmo tutti imparare ad amare. Il comandamento che Gesù ci ha lasciato: ”Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi ”, è la vittoria sull’orgoglio, è la vittoria sull’egoismo, è l’essere visibili a Colui che ci ha creato, significa recuperare un po’ quell’immagine e somiglianza che il Creatore ha voluto imprimere nelle nostre esistenze. S. Pio scriveva:
… Nessun’anima che abbia scelto o di per sé o per gli altri … il divino amore ed a lui sacrificato il tutto, deve o può essere egoista nel Cuore di Gesù, ma necessariamente deve sentirsi ardere anche di quella carità verso i fratelli, che faceva esclamare l’apostolo delle genti: “ Optabam pro fratribus meis anathema esse a Christo: Ho lottato per i miei fratelli fino ad essere scomunicato da Cristo”(Rom.9,3).
Riflessione:
Scegliendo il Divino Amore ed offrendo a Lui la nostra vita, qualsiasi sia la chiamata o vocazione, non potremo più essere egoisti ma dovremo arrivare ad un amore per i fratelli, fino all’assurdo. S. Paolo parla di un amore che può arrivare alla mancanza di comunione con Cristo; un paradosso assurdo, ma la dimensione della sua scelta e delle sue azioni, hanno raggiunto vertici inauditi. Pietro, Paolo, autentici maestri, colonne portanti di tutta la Chiesa. Secoli di storia si reggono sul loro operato. Tutta la struttura della Chiesa si regge sull’esperienza di Pietro e tutta l’evangelizzazione si regge sui messaggi di Paolo : la struttura e il contenuto. Una struttura senza contenuto servirebbe a poco; un contenuto senza struttura andrebbe perduto. Contenuto e struttura: la Chiesa, la madre Chiesa, alla quale ognuno di noi appartiene e nella quale facciamo esperienza dell’amore di Dio e della salvezza delle anime. La Chiesa può essere considerata davvero un grande tesoro, tra i più preziosi.
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In questa esperienza di fede, riconosciamo che in tutti coloro che hanno voluto seguire più da vicino gli insegnamenti di Gesù, è stata presente una particolare attenzione per la salvezza delle anime. S. Paolo voleva che quel messaggio arrivasse in ogni parte della terra, affinché tutti, accogliendolo, potessero salvarsi e questo dovrebbe stare a cuore a tutti: la salvezza delle anime. Non c’è da giustificarsi per la nostra inadeguatezza ed incapacità; chi converte è il Signore, la potenza della sua parola, la potenza del suo amore. Il nostro compito è solo quello di annunciare e vivere, non di convincere. E’ Lui che cambia, noi siamo solo dei testimoni, e quanto più saremo coerenti, quanto più saremo fedeli a questo annuncio di salvezza, tanto più il Signore avrà possibilità di salvare. Grande è la nostra responsabilità nell’opera della salvezza. S. Pio scriveva:
… Tu dinanzi a Gesù e nel Cuore sacratissimo di Gesù palpiti anche di santi affetti verso gli altri; conosco i tuoi voti ardenti per la salvezza delle anime; di ciò ne sono certissimo e mi compiaccio della condotta ammirabile della divina grazia verso di te. Ma tutto questo ha il suo fondamento nella bontà del Signore e nella totale rinunzia della tua volontà… (Dall’ Ep. III,319/320)
Riflessione:
La salvezza delle anime è generata dalla grazia di Dio che arriva attraverso la nostra condotta. Tutto ha fondamento nella bontà del Signore. Tante volte la nostra volontà non corrisponde alla sua, ma sia fatta la sua, sempre e per sempre. Testimone di questo il martirio di tanti santi che, senza dire nulla, hanno detto tutto. Sia fatta la tua volontà, fino a dare la vita: Pietro, crocifisso a testa in giù;Paolo, decapitato.
Tratto dall’ Epistolario III, II edizione anno 1977 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi.
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