– Gesù, Agnello di Dio -
Dagli scritti di Padre Pio:
O Padre santo, quante profanazioni, quanti sacrilegi deve il pietoso vostro cuore tollerare!! Chi dunque, o Dio, prenderà le difese di questo mansuetissimo Agnello, che mai apre bocca per la causa propria e solo la apre per noi?… come potrei vivere io, sì debole e fiacco, senza di questo cibo eucaristico?… se ancora adesso col potente soccorso che Gesù ci ha lasciato in questo sacramento di amore, mi sento spesso sul punto di vacillare e di ribellarmi alla vostra volontà, che ne sarebbe di me se io vi pregassi e voi mi esaudiste, di toglierci Gesù da in mezzo agli uomini per non vederlo così malamente trattato? (Ep.II,343)
Dagli scritti di Padre Pio:
Padre santo, vi scongiuro o di porre presto fine al mondo o di dar termine a tante iniquità, che contro l’adorabile persona del vostro Unigenito continuamente si permettono. Fatelo, o Padre, giacchè il potete; fatelo, perché tanto richiede l’amore che questo Figlio vi porta. Glorificatelo, come egli ha glorificato voi ed intanto, padre santo, dateci oggi il nostro pane quotidiano; dateci Gesù sempre durante questo nostro breve soggiorno in questa terra di esilio; datecelo e fate che noi ce ne rendiamo sempre più degni di accoglierlo nel nostro petto. (Ep.II,344)
Dagli scritti di Padre Pio:
Pensiamo all’amore che Gesù ci porta ed allo zelo pel nostro benessere, e stiamocene tranquilli e non dubitiamo che egli ci assisterà sempre con cura più paterna contro tutti i nostri nemici. Se dipendesse da noi, mia cara, lo stare in piedi oh! Allora non ci staremmo mai. Al primo soffio cadremmo sicuramente senza speranza di più rizzarci. Più i nemici si moltiplicano e più voi dovete abbandonarvi nel Signore fiduciosa. (Ep.II,140)
Dagli scritti di Padre Pio:
Le anime mondane, siccome non hanno nessuna cognizione di gusti soprannaturali e celesti, nel sentire un simile linguaggio muove loro le risa ed hanno ragione! Perché l’uomo animale, dice lo Spirito Santo, non percepisce quelle cose che sono di Dio. Esse, poverine, che non hanno altri gusti che di fango e di terra, non sanno farsi concetto della beatitudine, che le anime spirituali dicono di provare nel patire e nel morire per Gesù Cristo. Oh quanto meglio, se invece di fare le loro meraviglie e muoverne le risa, si chiamassero in colpa e ammirassero con silenzioso rispetto almeno, lo slancio affettuoso di queste anime che hanno un cuore ardentissimo di amore divino! (Ep.II,345)
Tratto dall’Epistolario II, II edizione anno 1977 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
Lascia un commento