Dagli scritti di Padre Pio:
Vi sono alcune infermità fisiche, la cura delle quali dipende da un buon modo di vivere, l’amore proprio, la stima di sé medesimi, la falsa libertà di spirito, sono radici che non si possono facilmente svellere dal cuore umano, ma si può solamente impedire la produzione dei loro frutti, che sono i peccati, perché i loro primi germogli, ed i loro tralci,cioè le loro prime scosse ed i loro primi moti, non si possono impedire affatto, finchè si sta in cotesta vita mortale,ancorché si possa moderare e diminuire la qualità e forza loro mediante la pratica delle virtù contrarie, e particolarmente dell’amore di Dio… la quiete è riservata al cielo, dove la palma della vittoria ci aspetta.
Dagli scritti di Padre Pio:
La carità ha tre parti: l’amore di Dio, l’affetto a sé stesso e la dilezione del prossimo… gitta spesso fra il giorno tutto il cuore, il tuo spirito ed il tuo pensiero in Dio con una grande confidenza e digli con il profeta reale: “ Signore, io sono tua, salvami “ (Sal.118,94). Non ti trattenere molto a considerare qual sorta di orazione Iddio ti dia, ma segui semplicemente ed umilmente la sua grazia nell’affetto che devi avere per te stessa.
Dagli scritti di Padre Pio:
Tieni bene aperti gli occhi, senza soverchiamente stancarti, sopra le cattive inclinazioni per sradicarle. Non ti spaventare mai di vederti miserabile e ripiena di cattivi umori, pensa al tuo cuore con un gran desiderio di perfezionarlo. Abbi una cura indefessa di dolcemente e caritativamente raddrizzarlo quando egli inciamperà. Sopra tutto affaticati quanto puoi per fortificare la parte superiore dell’anima, non trattenendoti nei sentimenti e consolazioni, ma nelle risoluzioni, propositi ed aspirazioni, che la fede, la guida e la ragione ti ispireranno.
Dagli scritti di Padre Pio:
Sii buona col prossimo, e non usare gl’impeti di collera; proferisci nelle occorrenze molto spesso queste parole del Maestro: Io li amo questi prossimi, Padre eterno, perché tu li ami (Gv. 14,21; 16,27), e tu me li hai dati per fratelli, e vuoi che come tu li ami, così io li ami;… Non ti stancare dunque di lavorare con costanza, con fiducia e rassegnazione per la tua emendazione e perfezione.
Tratto dall’Epistolario III, pag.735/6/7, II edizione anno 1977 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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