In questo tempo di avvento abbiamo maggiori occasioni per riflettere sul Dio con noi. Il nostro pensiero è costantemente orientato al Dio che è venuto, al Dio che viene e al Dio che verrà. Dinanzi ai nostri occhi c’è il Dio che viene, il Dio che viene ogni giorno, ogni momento, il Dio con noi. In questo tempo di avvento ci sono delle figure, dei personaggi che ci accompagnano in questo cammino. Abbiamo già letto di Giovanni Battista e lo ritroveremo anche domenica prossima, ma proprio al centro di questa settimana troviamo la figura più preziosa, colei che ha detto il sì, colei per mezzo della quale Dio si è fatto uomo, Dio si è incarnato: Maria, la mamma di Gesù, la nostra Mamma celeste, colei che dice sì a Dio, colei che verrà dichiarata Madre nostra, con quella specifica attenzione, quel compito specifico di accompagnarci, di guidarci, ma anche di difenderci da quel male che spesso insidia e tenta la nostra vita di fede, colei che con il calcagno schiaccia il capo a chi vorrebbe distoglierci dalla verità e dall’amore, colei che vince colui che nel mondo sembrerebbe più forte: l’avversario, satana.
Scriveva San Pio:
La forza di satana, che mi combatte, è terribile, ma viva Iddio, poiché egli ha posto la causa della mia salute, l’esito della buona vittoria nelle mani della nostra celeste Madre. Protetto e guidato da una sì tenera Madre, rimarrò a combattere fino a quando Iddio vorrà, sicuro e pieno di confidenza in questa Madre di non soccombere giammai. (Ep.I,576)
Riflessione:
Quando si è con Maria, si conosce già l’esito della battaglia, non si può essere perdenti, si è protetti e guidati. E anche se a volte questa battaglia sembra allungarsi troppo, anche se sembrerebbe che il cedimento sia prossimo, con Maria si vince sempre. Se confidi in Maria, se ti lasci guidare da Maria, non hai nulla da temere e San Pio conosceva bene questa realtà divina, San Pio sapeva bene che quanto più riusciva ad essere in comunione con Maria, tanto più le insidie della tentazione, dell’avversario non avevano nessuna possibilità di giungere ad un esito positivo. Con Maria satana non è solo un perdente ma è il perdente, con Maria l’avversario è perdente sempre.
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l Dio che viene, il Dio con noi chiede ospitalità nella nostra vita, nella nostra esistenza e noi veniamo definiti tempio dello Spirito Santo, abitazione di Dio, tabernacolo dell’Eucaristia. Tutto ciò si addice al nostro essere cristiani, figli di Dio, attenti alla sua presenza, attenti a cogliere il suo invitarsi presso di noi.
Scriveva San Pio:
Il tuo cuore sia sempre il tempio della santissima Trinità. Gesù accresca nel tuo spirito gli ardori della sua carità e ti sorrida sempre, come a tutte le anime a sé dilette. Maria santissima ti sorrida in ogni evento della tua vita. (Ep.III,82)
Riflessione:
E’ una certezza che se il nostro cuore è il tempio della Santissima Trinità, Gesù possa sorridere dinanzi a noi, come sorride a tutte le anime a Lui dilette e Maria con Lui. Sorridere significa compiacersi, condividere, essere sereni nei nostri confronti. Se Maria ci sorride, significa che si compiace di noi, cioè le diamo piacere. L’Immacolata Concezione ha trovato compiacimento agli occhi di Dio e quel sorriso di Dio su di Lei ha fatto sì che potesse generare il Figlio suo Gesù, per opera dello Spirito Santo. Facciamo sì che davvero Maria Santissima possa sorridere in ogni evento della nostra vita e Gesù Eucaristia ci sorrida e possa davvero compiacersi di noi.
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Questa Mamma celeste che ci è stata donata, ci aiuta anche nell’esperienza della preghiera. Colei che ha saputo così bene ascoltare e che ha saputo cosi bene corrispondere alla volontà di Dio, è per noi davvero una maestra di preghiera, una maestra di vita spirituale, una maestra di santità. Seppure nella semplicità delle cose di questo mondo, le sue profondità non hanno mai trovato fine. E’ colei che è sempre presente, è colei che insegna, è colei che non abbandona, è colei che c’è.
Scriveva San Pio:
Maria, madre di Gesù e madre nostra, che il Dio di beneficenza e di bontà ha voluto nell’ordine spirituale darci una sì tenera Madre che sempre veglia sulla nostra salute. Sì, mia buona figliuola, allargate sempre più il vostro cuore alla fiducia in questa amorosissima Madre, che il Dio della pietà ha voluto assegnarci una madre che ci servisse come mezzo di difesa contro i nemici della nostra salute. Coraggio dunque ed avanti sempre, chè ,se il nemico non dorme per perderci, questa Madre benedetta non ci lascia un istante. (P.Pio,Dolcissimo Iddio,117)
Riflessione:
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, è un gran dono di Dio. Il Dio di beneficenza, il Dio che fa il bene ce l’ha donata, il Dio buono ci ha donato Maria, affinché vegliasse sulla nostra salvezza, sulla salvezza della nostra anima. “Bisogna spalancare il cuore e avere fiducia in questa amorosissima Madre”, dice San Pio. Ella ci serve come mezzo di difesa contro tutti i nemici della nostra salvezza, i nemici della fede. A volte Maria ci difende da noi stessi, perché spesso siamo anche noi, con i nostri ragionamenti, a mettere in difficoltà la nostra esperienza di fede. Il nemico non dorme, affinché possiamo perderci, ma questa madre benedetta non ci lascia un istante.
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Il fine ultimo della nostra preghiera è questo stare in Dio e Dio in noi, è questa comunione, una comunione spirituale e una comunione reale. Anche la comunione spirituale ha la sua realtà, la sua verità,un’esperienza meno sensibile a livello umano, ma decisamente autentica. San Pio va oltre il concetto di comunione.
Scriveva San Pio:
Gesù e Maria prendano assoluto possesso del vostro spirito e l’immergano tutto in quelle celesti voluttà. Le fiamme del puro e casto amore, qual fuoco consumatore, consumino in voi ogni sordidezza e vi facciano andar libera da ogni avarizia spirituale. (Ep.II,429)
Riflessione:
Lasciarsi possedere da Gesù e da Maria, per essere immersi in quell’esperienza divina. Non si hanno parole per descrivere queste realtà celesti, ma come fiamme che purificano, che ti bruciano di casto amore, un fuoco che ti consuma in Dio e tu diventi Dio, un fuoco che ti permette di essere completamente in Dio, come Dio. Questo fuoco consuma ogni peccato, ogni sporcizia, ogni opacità, per andare liberi, completamente liberi in Dio, liberi da ogni avarizia spirituale, perché in Dio tutto è dono, non esiste l’avarizia come non esiste la superbia, come non esiste l’orgoglio: esiste l’essere dono, dono totale, dono completo, fino a dare totalmente sé stessi, fino a dare la vita, fino a dare tutto, fino alla libertà più totale e più autentica.
Tratto dall’Epistolario I,II,III,II edizione anno 1973,1975,1977 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi.
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