– L’ amore di Padre Pio verso il prossimo -
Viviamo questo tempo di Quaresima e ci mettiamo dinanzi a Gesù Eucaristia che ci fa andare oltre: è la presenza del Risorto tra noi, ma noi viviamo comunque questo tempo di richiesta e lo chiediamo proprio al Risorto, in quell’esperienza che a volte sembra che il Signore non ci ascolti, sembra, perché forse il suo intervento non coincide con le nostre richieste e allora non ci accorgiamo nemmeno che Lui sta intervenendo, a volte non ci accorgiamo nemmeno della sua presenza, della sua provvidenza, ma e’ un’esperienza comune a tutti, anche San Pio ha vissuto momenti di questo tipo, questo può anche un po’ rincuorarci.
San Pio scriveva:
Sono stanco, estremamente stanco, dal gridare all’Altissimo che si pieghi finalmente, si arrenda alle mie suppliche, ai miei clamori. Ah! Lo comprendo che non merita ascolto che non è degno del suo amore; ma potrebbe ascoltare la supplica di chi lo supplica di chi lo supplica senza interesse proprio e per il solo bene dei propri fratelli. ( Ep.I,p.1154)
Riflessione:
Questa immagine di un Dio che si piega, un Dio che si arrende alle suppliche, ma noi lo sappiamo bene, è un Dio che è sempre chino su di noi, ce lo dimostra con l’Eucaristia, è il Dio sempre a nostra disposizione, è il Dio che è qui. Lui è un Dio che di solito ci insegue, ma in questa modalità eucaristica ci attende. In tante esperienze ci invita, qui è il momento per rispondere all’invito e allora forse, ogni tanto, dobbiamo essere noi ad arrenderci, dobbiamo essere noi a chinarci, dobbiamo essere noi ad ascoltarlo. Forse non ci accorgiamo che anche Lui, ogni tanto, ci supplica. Lui è fedele, ci aspetta, siamo noi che non sempre ci siamo; questo è il dialogo con Dio, questo è il modo con cui Dio vuole renderci partecipi del suo disegno d’amore. E’ un po’ come se Lui fa il disegno e noi lo coloriamo: Lui ci propone cose bellissime, sta a noi colorarle, così tutto diventa meraviglioso. Chiediamo davvero a Gesù Eucaristia di saper colorare ogni disegno che Dio ci propone, in modo che la nostra gioia sia grande e il progetto di Dio sia portato a compimento.
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La nostra preghiera non è comunque solo per noi, non è solo il nostro rapporto con il Signore, è anche un portare gli altri al Signore, parlare degli altri al Signore, parlare di coloro che di solito non parlano con Lui, parlare di coloro che sono lontani da Lui, presentarglieli e presentarglieli ancora, come se per mezzo della nostra preghiera siano anch’essi presenti al Signore, non con le loro intenzioni, non con la loro volontà ma con la nostra. Questa è la preghiera di intercessione, è la preghiera che più di ogni altra San Pio rivolgeva al Signore, per tutte le anime che lui conosceva, ma soprattutto per tutti i peccatori e si può dire che la sua vita è stata offerta completamente per la salvezza delle anime. Tutto ciò che gli accadeva non lo ha mai ritenuto un privilegio, ma un modo per mettersi a servizio di tutte le anime del mondo, soprattutto quelle più bisognose, quelle più lontane, quelle più sofferenti.
San Pio scriveva:
Oh Dio!oh Dio!, dove mi vola il pensiero? Che sarà di quegli infelici vostri figliuoli, e miei fratelli ancora, che avranno forse già meritato i vostri fulmini? Voi il sapete, o mio dolce redentore, quante volte la rimembranza di quel vostro divin volto, sdegnato contro di questi miei infelici fratelli, mi ha fatto gelare il sangue dalla spavento, più che il pensiero degli eterni supplizi e delle pene tutte dell’inferno. Io sempre vi ho supplicato tremando, come vi supplico pure al presente, che per la vostra misericordia vi degniate di ritirare un sì fulmineo sguardo da questi miei infelici fratelli. (Ep. I,p.677)
Riflessione:
Ecco una vita donata ai bisognosi, non certo di beni materiali: i bisognosi di Dio, del suo amore, del suo perdono, di quell’esperienza che li porrebbe in comunione con il loro Padre celeste. San Pio ha il terrore che possano essere condannati all’inferno; probabilmente qualcuno lo sceglie. La misericordia di Dio ne salverà tanti, probabilmente anche grazie alle nostre preghiere, ma qualcuno, Gesù ci ha detto che ci cadrà. Preghiamo perché ognuno possa ravvedersi, capire, cambiare vita, convertirsi. Presentiamo a Gesù quelli che pensiamo siano i più lontani, i più avversi, forse anche i più cattivi.
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Stiamo pregando questa sera, in modo particolare, per tutte le anime che sono lontane dal Signore, che lo hanno perso di vista, per qualcuno che definiremmo distratto, pigro, ma preghiamo anche per coloro che sono avversi, che in qualche modo hanno scelto vie di male. Preghiamo perché possano rincontrare l’amore, l’amore vero, quello che porta a cambiare vita, quella potenza straordinaria che coinvolge, quella realtà che illumina e fa uscire dalle tenebre. Preghiamo davvero per la conversione dei peccatori.
San Pio scriveva:
Voi l’avete detto, o dolce mio Signore, che “l’amore è forte al par della morte, e duro al par dell’inferno”(Cant. 8,6) perciò guardate con occhio di ineffabile dolcezza questi morti fratelli, incatenateli a voi con una forte stretta di amore. Risorgano tutti questi veri morti, o Signore. O Gesù, Lazzaro non vi chiese punto che lo risuscitaste … voi sapete, o mio Signore e mio Re, il crudo martirio che mi cagionano quest’altrettanti Lazzari: chiamateli con un grido sì possente che dia loro la vita ed al vostro comando escano dalla tomba dei loro sozzi piaceri. Fatelo, o Signore, e così tutti benediremo le ricchezze della vostra misericordia … (Ep.I, p.678)
Rilfessione:
E’ un’implorazione forte, quella che fa San Pio, quella di risuscitare, facendo uscire dalla tomba dei peccati, che paragona quindi alla morte. Che trionfi la sua misericordia. Cerchiamo di imitare ogni tanto questa misericordia di Dio, di non cedere alla tentazione di giudicare, di condannare, ma proviamo ad entrare nella mentalità del perdonare, dell’amare, del fare del bene a chi fa del male. Dobbiamo credere alla potenza dell’amore che destabilizza le realtà che ci sembrerebbero più potenti. E’ il Signore, non siamo noi: ogni atto di amore è presenza di Dio e Dio è onnipotente, Dio è il salvatore e Gesù Eucaristia ne è la prova più tangibile, colui che ha vinto la morte, il peccato, capace di superare qualsiasi realtà umana, che ci sembrerebbe potente, forte, impossibile da combattere. Chiediamo al Signore di manifestarsi, chiediamo al Signore di toccare quei cuori che la parola di Dio definisce di pietra, perché si trasformino in cuori di carne, perché tornino a battere e ogni battito sia un’esperienza di amore, di vita vera e non rimangano di pietra, crudeli, senza vita. Gesù crocifisso, Gesù risorto, ascolta questa nostra preghiera.
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In questo tempo di Quaresima il nostro sguardo è spesso rivolto a Gesù crocifisso e sappiamo bene il significato del crocifisso: Cristo sofferente perhcè ha preso su di sé tutte le nostre colpe, ha preso su di sé tutti i nostri peccati, addirittura volendo diventare lo stesso peccato, per distruggere il peccato, arrivare alla morte per distruggere la morte: ecco perché in Gesù troviamo la salvezza, perché Lui ha già preso su di sé ogni cosa, ha già prodotto, con la sua morte e risurrezione, tutto ciò che occorre per la nostra redenzione. E ogni tanto ci fa bene accettare qualche momento difficile, qualche prova e unirci a Gesù crocifisso e pensare:” Gesù hai sofferto tanto per noi: voglio partecipare alla tua sofferenza”. Pochi riescono ad accettare la propria sofferenza, unendosi aGgesù crocifisso ma è solo lì che si trova il senso, il significato del proprio soffrire che può trasformarsi nell’amare, proprio come Gesù crocifisso. Padre Pio lo chiedeva più volte al Signore, chiedeva di addossarsi i mali delle anime,
San Pio scriveva:
Se so poi che una persona afflitta, sia nell’anima che nel corpo, che non farei presso del Signore per vederla libera dai suoi mali? Volentieri mi addosserei, pur di vederla andar salva, tutte le sue afflizioni, cedendo in suo favore i frutti di tali sofferenze, se il Signore me lo permettesse. (Ep.I,p.463)
Riflessione:
Per mezzo suo quanta grazia, quanto perdono, quanta salvezza! Tutta la grandezza di un santo, è la grandezza dei cristiani, è la grandezza dei martiri; in minima parte potrebbe essere anche la nostra grandezza davanti a Dio. Questa è un’autentica conversione, una chiamata che tutti riceviamo costantemente, ma quante volte ad essa realmente riusciamo a rispondere, secondo la volontà di Dio?
Tratto dall’ Epistolario I, II edizione anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi
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