Dagli scritti di Padre Pio:
Era la mattina del 20 settembre ( dello scorso mese ( lettera del 22 ottobre 1918)) in coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina… mi vidi dinanzi un misterioso personaggio… che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue… Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni. (Ep.I,1094)
Dagli scritti di Padre Pio:
Dolori fisici e pene interne facevano a gara a chi potesse martorizzare tutto il mio povero essere…mi sentivo morire. Una tristezza mortale mi pervadeva tutto e tutto credevo che fosse finito per me: la vita del tempo e la vita eterna. Il pensiero preponderante che più mi amareggiava era questo di non poter addimostrare mai più alla divina Bontà la mia riconoscenza ed il mio amore. Non era tanto l’inferno che mi terrorizzava, quanto il conoscere con chiarezza che là giù non vi è più amore. (Ep.IV,p.917)
Dagli scritti di Padre Pio:
L’anima non potrà unirsi a Dio senza che essa si spogli da ogni sensibile e soprannaturale intellezione ed affezione. Lo spirituale deve astrarsi dai sensi… e salire sulle ali della fede per unirsi a Dio, il quale è superiore a tutte le cose. Qualunque notizia anche della più sublime, che in questa vita possiamo avere di Dio, dista sempre infinitamente da quello che Dio è in se stesso; e tutto ciò che un’anima possa avere di Dio in questa vita è sempre come un’ombra riguardo a ciò che Dio è in se stesso. S. Paolo ai Corinti lo dice chiaramente: “Occhio giammai vide, né orecchio udì, né in cuor d’uomo cadde mai quello che Dio tiene preparato a coloro che l’amano”. (1Cor 2,9) (Ep.IV,p.937)
Dagli scritti di Padre Pio:
Se l’anima vuole unirsi a Dio in questa vita per grazia ed amore deve necessariamente privarsi di tutto ciò che per gli occhi può entrare, che può percepire coll’orecchio, fabbricarsi con l’immaginazione, comprendere col cuore. Inoltre l’anima non può distintamente in questa vita percepire se non ciò che cade sotto genere e sotto specie; ma Iddio non cade sotto nessuna specie né sotto nessun genere. (Ep.IV,p.937)
Tratto dall’Epistolario I, IV, II edizione anno 1973,1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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