Dagli scritti di Padre Pio:
A dire di san Paolo, il battesimo, mediante il quale noi diveniamo figli di Dio, eredi del suo regno, è tipo, partecipazione e copia della morte di Cristo. Il battesimo è tipo della morte di Gesù Cristo, perché siccome Gesù per mezzo della croce ha patito, così a noi col segno della croce ci viene conferito il battesimo: siccome Gesù fu sepolto nella terra, così noi siamo immersi nelle acque del santo battesimo. Il battesimo è partecipazione ancora della morte di Gesù, perché il battesimo applica i misteri che rappresenta e perciò produce gli effetti della morte del nostro Redentore. (Pietrelcina 19.9.1914, Ep.II,p.176)
Dagli scritti di Padre Pio:
La morte di Cristo ci viene applicata nel battesimo in tal modo, come se essa fosse nostra e noi fossimo crocifissi con lui; ed è in virtù di questa morte che a noi ci vengono cancellati i peccati tutti, sia in quanto alla colpa, sia in quanto alla pena. Infine il battesimo è detto essere copia della morte di Gesù. Noi siamo battezzati al dire di san Paolo “in morte ipsius”: nella sua morte, cioè ad imitare la morte del Redentore nostro. Dunque quello che fu la croce a Gesù Cristo, questo è a noi il battesimo. (Pietrelcina 19.9.1914, Ep.II,p.176)
Dagli scritti di Padre Pio:
Perché mai noi viviamo? Dopo la consacrazione che abbiamo fatto di noi nel battesimo, noi siamo tutti di Gesù Cristo. Quindi ogni anima cristiana dovrebbe aver familiare il detto di questo santo Apostolo: “Il mio vivere è Cristo”(Fil. 1,21), io vivo per Gesù Cristo, vivo alla sua gloria, vivo a servirlo, vivo per amarlo. (Pietrelcina, 23.2.1915, Ep.II, p.341)
Dagli scritti di Padre Pio:
Stiamo vigilanti a non dar luogo al nemico di farsi strada per entrare nel nostro spirito e far contaminare il tempio dello Spirito Santo. Oh! Per carità non ignoriamo per un solo istante questa grande verità; teniamo sempre presente che noi pel battesimo divenimmo tempio del Dio vivente, e che qualvolta noi rivolgiamo l’anima nostra al mondo, al demonio ed alla carne, ai quali noi pel battesimo rinunziammo, noi profaniamo questo sacro tempio di Dio. (Pietrelcina, 13.5.1915, Ep.II, p.418)
Tratto dall’Epistolario II, II edizione anno 1975 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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