Dagli scritti di Padre Pio:
Gesù si rialza e volge al cielo lo sguardo supplichevole e mesto; eleva le sue braccia e prega … Egli prega con tutta la fiducia di Figlio, ma conosce appieno l’ufficio che egli sostiene. Riconosce essere, il solo per tutti, l’oltraggiatore della divina maestà. Riconosce essere il solo che con il sacrificio della sua vita può soddisfare la divina giustizia e riconciliare la creatura con il Creatore. Egli lo vuole ed efficacemente lo vuole. Ma la natura è atterrita in vista della sua amara passione. Tutto vuol respingere, ma lo spirito è pronto all’immolazione e ne sostiene la lotta con tutte le sue forze. Si sente abbattuto, ma egli lotta accanitamente.
Dagli scritti di Padre Pio:
Mio Gesù, come potremo noi attingere forza da te, se ti vediamo così sfinito ed abbattuto? Comprendo, sì: tutte le nostre debolezze hai preso per te. È per conferire a noi la tua forza che ti abbatti così. È per insegnare a noi che dobbiamo riporre solo in te la nostra fiducia nelle lotte della vita, anche quando sembra che il cielo sia chiuso per noi. Gesù, estremamente oppresso, grida al Padre: “Se è possibile passi da me questo calice”(Mt 2,39).
Dagli scritti di Padre Pio:
Il suo cuore (…) ha bisogno di conforto: l’abbandono in cui versa, la lotta che da solo sostiene pare che lo fanno andare in cerca di chi lo conforti. Lentamente dunque si alza da terra e, quasi barcollante, egli muove il passo. Si avvia verso i discepoli in cerca di conforto. Essi, vissuti per tanto tempo con lui, essi, i suoi confidenti, potranno comprendere il suo interno affanno e compresi a quale missione si è votato, a quali cimenti va incontro per condurla a fine.
Dagli scritti di Padre Pio:
Li trova immersi in profondo sonno … si avvicina loro, li chiama e, dolcemente rivolto a Pietro, dice: “Simone, tu dormi?…”(Mt 26,40s). tu che protestavi volermi seguire fino alla morte e dar vita per me, tu dormi? … ma subito si ridesta come da un abbattimento e, come dimentico di sé e di ciò che soffre, tutto premura e carità per essi, soggiunge: “Vegliate e pregate affinché non entriate nella tentazione” (Mt 26,41). Par che voglia dire: se così presto vi siete dimenticati di me, che lotto e soffro, vegliate e pregate almeno per voi.
( Appendice V, Agonia di Gesù nell’orto, Ep. IV, p.897-899)
Tratto dall’Epistolario IV, II edizione anno 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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