– Gesù, l’ Unigenito del Padre -
Dagli scritti di Padre Pio:
Desidero che gli abbassamenti del Figliuolo di Dio e la gloria che a lui che da questo ne venne siano l’oggetto delle vostre quotidiane meditazioni … Questo verbo divino di sua piena e libera volontà volle abbassarsi sino a noi, nascondendo la divina natura sotto il velo dell’umana carne. In tal modo, dice San Paolo, il Verbo di Dio si umiliò, da venire come ad esinanirsi: “Annichilì se stesso prendendo forma di servo”(Fil.2,7). Sì … egli volle nascondere talmente la divina natura da prendere in tutto le somiglianze dell’uomo, assoggettandosi persino alla fame, alla sete, alla stanchezza; e, per usare la espressione stessa dell’apostolo delle genti: “Similmente a noi tentato in tutto, tolto il peccato”(Ebr.4,15).
Dagli scritti di Padre Pio:
“Umiliò se stesso – così San Paolo – fatto ubbidiente sino alla morte, e morte di croce”(Fil.2,8). La quale ubbidienza, e per l’altezza dell’ubbidiente, e per l’arduità del comandamento e per la spontaneità nel prestare tale ubbidienza al padre celeste, non essendovi a ciò sospinto né per timore di pena, essendo l’Unigenito del Padre, né adescato per interesse di premio, essendo Dio, in tutto uguale al Padre, piacque tanto all’eterno Genitore, che lo esaltò “dandogli un nome – dice l’apostolo – che è superiore ad ogni altro nome”(Fil.2,9).
Dagli scritti di Padre Pio:
L’eterno Padre volle a lui assoggettare tutte le creature: “Nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, terrestri ed infernali”(Fil.2,10). Così l’apostolo, e così è. Gesù è adorato in cielo: a questo divin nome, commossi per gratitudine ed amore, i beati comprensori non finiscono di ripetere quello che l’evangelista San Giovanni vide in una sua visione: “Cantavano – dice egli – un nuovo cantico, dicendo: Degno sei tu, o Signore, di ricevere il libro e di aprire i suoi sigilli: dappoiché tu sei stato ucciso e ci hai ricomprati a Dio col sangue tuo”(Apoc.5,9).
Dagli scritti di Padre Pio:
Per la ubbidienza di Gesù volle il celeste genitore che questo santissimo nome fosse confessato e creduto da tutte le creature: “Ogni lingua – dice l’apostolo – confessi che Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre”(Fil.2,11). E non è questo purtroppo ciò che si verifica al presente, mentre per ogni dove è adorata la croce? Anche nell’estremo giorno i dannati e i demoni alla vista dell’immensa gloria di Gesù, e nel provare l’infinito suo potere dovranno concorrere a tale ossequio. Anche noi, se saremo imitatori di Gesù Cristo, sostenendo tutte le battaglie della vita, parteciperemo ai suoi trionfi. Sì, concludo con san Giovanni Crisostomo, crediamo pure fermamente, essere di tanta gloria il divin redentore adorno, ma viviamo ancora alla sua gloria, imitando i suoi esempi, seguendo i suoi voleri: altrimenti a nulla ci gioverebbe il nostro credere, se non vi corrispondesse il nostro operare.
(Pietrelcina, 4 novembre 1914,Ep.II,p.222/224)
Tratto dall’Epistolario II, II edizione anno 1975 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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