Dagli scritti di Padre Pio:
Ho lavorato, voglio lavorare; ho pregato, voglio pregare; ho vegliato, voglio vegliare; ho pianto e voglio piangere sempre per i miei fratelli di esilio. Lo so e comprendo che è poco; ma questo so fare; questo sono capace di fare ed è il tutto di ciò che io sono capace di fare. (Ep.I,1243)
Dagli scritti di Padre Pio:
Le due forze che in apparenza sembrano contrarie: quella di voler vivere per giovare ai fratelli di esilio, e quella di voler morire per unirmi allo Sposo, in questi ultimi tempi le sento superlativamente ingigantirsi nell’alta punta dello spirito. Mi dilacerano l’anima e mi tolgono la pace – non intima – dell’anima, sibbene quella pace che la toccano – diciamo così – soltanto all’infuori, ma che pure conosco essermi tanto necessaria per poter agire con più dolcezza e con più unzione. (Ep.I,1181)
Dagli scritti di Padre Pio:
Mi vedo posto nell’estrema desolazione. Sono solo a portare il peso di tutti ed il pensiero di non poter apportare quel sollievo di spirito a coloro che Gesù mi manda: il pensiero di vedere tante anime che vertiginosamente si vogliono giustificare nel male a dispetto del sommo Bene mi affligge, mi tortura, mi martirizza, mi logora il cervello e mi dilania il cuore. Oh Dio!, che spina sento essermi conficcata nel cuore! (Ep.I,1181)
Dagli scritti di Padre Pio:
Mi sento acceso da sì vivo ed ardente desiderio di piacere a Dio, e compreso da sì forte timore di cadere in qualsivoglia piccola imperfezione, che vorrei fuggire il commercio delle creature tutte, nel mentre che un altro desiderio sorge nel mio cuore, come gigante, ed è quello di volermi trovare in mezzo a tutte le genti per proclamare ad alta voce chi sia questo gran Dio delle misericordie. (Ep. I,368)
Tratto dall’Epistolario I,II edizione anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni
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