– Satana è un potente nemico -
Dagli scritti di Padre Pio:
La debolezza del mio essere mi fa temere e mi fa sudar freddo. Satana con le sue arti maligne non si stanca di muovermi guerra e di espugnare la piccola fortezza col prenderla d’assalto per ogni dove. Insomma, satana è per me un potente nemico, che risoluto di espugnare una piazza, non si contenta di assalirla in una cortina o in un bastione, ma tutta per ogni parte la circonda, in ogni parte la assalta, in ogni parte la tormenta. padre mio, le arti del maligne di satana m’incutono spavento; ma da Dio solo, per Gesù Cristo, spero la grazia di ottenerne sempre la vittoria e giammai la disfatta. (San Giovanni Rotondo, 4 agosto 1917, Ep. I, p. 924)
Dagli scritti di Padre Pio:
Le lotte spirituali, in paragone di ciò che vado soffrendo nel corpo, sono assai superiori, sebbene anche le sofferenze corporali si vanno rendendo sempre maggiori. Desidererei, caro padre, non dico assai, almeno un’ora al giorno di riposo. Ma si faccia sempre di me ed intorno a me in tutto e per tutto la santissima e l’amabilissima volontà di Dio, poiché questo è quello che mi ha retto. (Pietrelcina, 10 gennaio 1911, Ep. I, p. 212)
Dagli scritti di Padre Pio:
L’apostolo san Giacomo esorta le anime a gioire quando si veggono bersagliate da varie procelle e numerose contraddizioni: “Voi, fratelli miei, dovete stimare vero gaudio le diverse prove alle quali vi troverete esposti”(Giac. 1,2). La ragione si è perché nella lotta vi è la corona, e più l’anima combatte e più si moltiplicano le palme. E sapendo che ad ogni vittoria che si riporta corrisponde un grado di gloria eterna, come, o padre, non gioire nel vedersi impegnati a riportarne molte durante il corso della vita? (San Giovanni Rotondo, 25 marzo 1918, Ep. I, p. 1011)
Dagli scritti di Padre Pio:
Ci sono poi certi momenti che vengo assalito da violente tentazioni contro la fede. La volontà son certo che non ci si posa, ma la fantasia è si accesa e presenta a sì chiari colori la tentazione, che nella mente si aggira, che presenta il peccato come una cosa non solo indifferente, ma dilettevole. Di qui nascono ancora quei pensieri di sconforto, di diffidenza, di disperazione e persino, non inorridite padre, per carità, pensieri di bestemmie. Io mi spavento di fronte a tanta lotta, tremo e mi violento sempre, e sono certo che, per grazia di Dio, non ci cado. (San Giovanni Rotondo, 16 luglio 1917, Ep. I, p. 910)
Tratto dall’Epistolario I, II edizione, anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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