– La nostra vita sia offerta al Signore -
Dagli scritti di Padre Pio:
Tutta la nostra vita, dunque, sia spesa nella rassegnazione, nella preghiera, nel lavoro, nell’umiltà, nel rendere grazie al buon Dio. Se vi avverrà di sentire ridestarsi in voi l’impazienza, ricorrete subito alla preghiera; considerate che stiamo sempre alla presenza di Dio, a cui dobbiamo rendere conto di ogni nostra azione, buona o cattiva. Soprattutto poi portate il vostro pensiero sulle annichilazioni che il Figliuolo di Dio ha sofferto per nostro amore. (Ep.III, p.58)
Dagli scritti di Padre Pio:
Mia cara figliuola, io penso che la santissima eucarestia sia il gran mezzo per aspirare alla santa perfezione, ma bisogna riceverla col desiderio e coll’impegno di togliere dal cuore tutto ciò che dispiace a colui che vogliamo alloggiare. Il tuo studio, mia dilettissima figliuola, sia dunque quello di continuare a vincerti in quelle contraddizioni giornaliere che il Signore ti presenta; il tuo studio si estenda pure nel continuo esercizio di correggerti dei tuoi difetti, nell’acquisto delle virtù, nel praticare il bene. (Ep.III, p.283)
Dagli scritti di Padre Pio:
Comprendo benissimo che nessun’anima può amare degnamente il suo Dio: ma quando quest’anima fa tutto il possibile da parte sua e confida nella divina misericordia, perché Gesù dovrà rigettare quest’anima che così lo cerca?… voi d’altronde dite a Gesù sempre che faccia lui stesso quello che voi non potete fare. Dite a Gesù, come diceva sempre sant’Agostino: “Dà ciò che comandi, e comanda ciò che vuoi”. Vuoi maggiore amore da me, o Gesù?…Dammene ancora ed io l’offrirò! (Ep.II, p.408)
Dagli scritti di Padre Pio:
… è necessaria l’assidua riflessione sulla vita di nostro Signore e sulle vite ancora di quei santi che si sono studiati di ricopiare in se Gesù Cristo; è necessaria ancora l’assidua riflessione sui doveri da noi professati e sugli insegnamenti santi che noi abbiamo appresi; dal continuo riflettere e meditare nasce la stima per ciò che si è riflettuto e meditato, e dalla stima il desiderio ed il conforto della imitazione e della osservanza. (Ep.IV, p.394)
Tratto dall’Epistolario II, III, IV, II edizione anno 1975, 1977, 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
Lascia un commento