– Amore per l’ ” Amore “-
Dagli scritti di Padre Pio:
Sono divorato dall’amore di Dio e dall’amore del prossimo. Dio per me è sempre fisso nella mente e stampato nel cuore. Mai lo perdo di vista: mi tocca ammirarne la sua bellezza, i suoi sorrisi, ed i suoi turbamenti, le sue misericordie, le sue vendette o meglio i rigori della sua giustizia. (Ep.I,1247)
Dagli scritti di Padre Pio:
Finita la messa, mi trattenni con Gesù pel rendimento di grazie. Oh quanto fu soave il colloquio tenuto col paradiso in questa mattina!…Il cuore di Gesù ed il mio, permettetemi l’espressione,si fusero. Non erano più due cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso, come una goccia d’acqua che si smarrisce in un mare. Gesù n’era il paradiso, il re…le lacrime più deliziose mi inondarono il volto. (Ep.I, 273)
Dagli scritti di Padre Pio:
Abbiate molta cura dei vostri cuori per purificarli a norma del numero e grandezza delle ispirazioni che voi ne ricevete. Innalzate di frequente le vostre anime a Dio… siate assidui alla meditazione, alla preghiera ed all’esame di coscienza più volte al giorno. (Ep.IV,386)
Dagli scritti di Padre Pio:
Non preoccupate il vostro cuore con vane promesse di tranquillità, di gusto, di meriti, ma presentate al vostro Sposo divino i vostri cuori tutti vuoti di ogni altro affetto, che(non) del suo casto amore, e supplicatelo che lo riempia puramente e semplicemente dei movimenti, desideri, e volontà che sono del suo amore…e vedrete che Dio vi aiuterà, e che farete assai, così nell’eleggere che nell’eseguire. (Ep.III,569)
Dagli scritti di Padre Pio:
Tieni sempre l’anima assisa e riposta avanti a Dio, mentre si fanno gli esercizi esteriori…Nell’orazione poi, se ella vuol volare, voli pure e non impedirglielo; se si vuol muovere, si muova, benché in essa ancora la tranquillità e semplice riposo dell’anima a vedere Dio, a volare in Dio, a saporeggiare Dio, sia sommamente eccellente…esercita assai il tuo cuore nella dolcezza interiore ed esteriore, e tienilo in tranquillità fra le molteplicità degli affetti che hai. (Ep.III,755-756)
Tratto dall’Epistolario I, III, IV, II edizione anno 1973, 1977, 1984, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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