– Ti cerco, o mio Signore -
Dagli scritti di Padre Pio:
Padre mio,con animo straziante mi sottopongo a vivere la vita, e solo per non disgustare Gesù…Ma perché poi non mi è dato di amarlo con sincerità e serenità di spirito?Mi sento solo, ed un gran vuoto che mi spaventa si va sempre facendo nell’animo mio. Questo povero cuore è irrequieto e non so dove posarlo. Lo poso in Gesù, e non è sazio ancora. Che disgrazia l’è mai questa? O se potessi amare Gesù, quanto sarei felice! Ma questo conforto pure mi è tolto, ed io non ne trovo la via per andare a lui. (Ep.I,841)
Dagli scritti di Padre Pio:
Padre mio, nudo e squallido è il mio spirito; arido e secco questo cuore pel suo Dio; non danno essi quasi più movimento per colui, che di sua bontà li creava. Io non ho quasi più fede: sono impotente ad innalzarmi sulle ali fortunate della speranza, virtù necessaria per l’abbandono in Dio, quando il colmo della tempesta imperversa e la riboccante misura di mia miseria mi schiaccia. Non ho la carità. Ah! Che amarlo il mio Dio è conseguenza di ciò che è conoscenza piena, in fede operosa, e delle cui promesse l’anima si tuffa, si ricrea e si abbandona e riposa ancora nella dolce speranza. Non ho carità per il prossimo, perché questa è conseguenza di quella; e mancando la prima, da cui ogni succo vitale scende ai rami, ogni ramo perisce.(Ep.I,1036)
Dagli scritti di Padre Pio:
Quanto bramerei e quanto sarei contento se potessi trovarmi anch’io costì per apprestare la mia povera opera per l’incremento della fede. Ma questa fortuna non è serbata a me, sibbene ad altre anime più nobili e più care a Gesù. La mia missione la eserciterò coll’umile, fervente ed assidua preghiera.(Ep.IV,27)
Dagli scritti di Padre Pio:
Mio Dio, e perché scuoti e rimordi, riscuoti ancora e sconvolgi con sì fatta violenza quest’annuvolata anima, quest’anima di già annientata ed il cui annientamento dicesi mosso, causato voluto di tuo stesso comando e permissione?… O Dio, o Dio, dir altro non posso… Mi sento morire, brucio di arsura, languisco di fame, o padre, ma mi sembra che ormai la fame si vada restringendo alla sola brama di uniformità ai divini voleri, nel modo appunto ch’egli vuole. (Ep.I,1037)
Tratto dall’ Epistolario I, IV, II edizione anno 1973, 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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