Riportiamo una parte dell’omelia di Padre Guglielmo Alimonti durante la S. Messa del 21 settembre 2010 celebrata nella nostra Parrocchia. Per Padre Guglielmo l’ incontro con il cappuccino stigmatizzato orientò tutta la sua vita sacerdotale. Padre Pio divenne il suo direttore spirituale, affidandogli la missione di assistere i Gruppi di Preghiera. Da anni è il responsabile dei Gruppi di Preghiera dell’Italia centrale.
… Una mattina ero lì vicino a Padre Pio e volevo approfittare di quel momento (erano le tre del mattino) per confessarmi e allora lui mi ha detto: ” Figlio mio, ricordati che Dio è giusto e dà il premio pari ai meriti ”. Io quella volta ero andato con l’intenzione di chiedere a Padre Pio quale degli impegni e delle attività che avevo dovevo lasciare perché mi sembravano troppi. E lui non mi ha fatto fare nemmeno la domanda, mi ha prevenuto e mi ha detto questo. Allora io ho capito che anche le fatiche le prendiamo dalle mani di Dio. Se Lui ci dà da fare dieci cose, facciamone dieci; se ce ne dà cento, facciamone cento, perché noi diciamo: ” Ma io non ce la faccio, mi stanco..” Abbiamo fiducia nell’aiuto di Dio; con l’aiuto di Dio si fa quello che nemmeno si immaginava. Con l’aiuto di Dio si fa quello che sembra impossibile… Se non ci pensa Gesù a chiamare i peccatori, a richiamarli sulla via della salvezza, e poi di più, a dare la propria vita per riaprire a tutti noi il Paradiso, chi ci dovrebbe pensare? Chi pensa a redimere l’umanità? Gesù è venuto per portarci tutti a casa del Padre; ha bisogno, però, di essere aiutato e quando dice: ” Seguimi! ” noi lo seguiamo. Cosa ha detto il Signore a Padre Pio? Gli ha detto: ” Ti voglio tutto per me ”. Dopo la prima Comunione, Gesù gli appare, gli fa vedere il suo cuore santissimo e gli dice: ” Tu sarai tutto per me ”. Figuratevi Francesco quanto poteva essere felice di poter essere tutto di Gesù! E nel comportamento già da fanciullo si distingueva tantissimo da tutti i suoi compagni. Quelli perdono tempo, dicono parolacce, rubacchiano, fanno tutte le marachelle che i ragazzi possono fare. Padre Pio si ritirava da un lato e pregava, meditava, leggeva qualcosa di buono. Se poi non c’era nessuno per giocare, era disposto anche a farlo, però non era il suo primo pensiero. Già da fanciullo, quindi, apparteneva veramente a Gesù. Poi il noviziato, il demonio che lo spaventa, gli appare come un cagnaccio che sputa fuoco dalla bocca, lo spaventa e Padre Pio prega. Allora il demonio vorrebbe strapparlo dalla strada della santità, ma lui aumenta ogni giorno di più l’offerta di sé, finchè avviene la stigmatizzazione, le stimmate a Pietrelcina che poi scomparvero perché Padre Pio si spaventò: ”Adesso che dirà la gente? Che io sono santo? ”. Lui non voleva venerazione e culto dalla gente, perché era convinto di essere il più grande peccatore. Diceva: ” Io sono il più grande peccatore e mi meraviglio come San Francesco non mi strappi quest’abito di dosso, che starebbe meglio sulle spalle del più grande delinquente”: era convinto di essere il più grande delinquente, nel suo amore a Gesù, nel suo amore per le anime, nell’immolazione quotidiana. Negli ultimi tre anni noi che eravamo intorno a lui ci siamo confrontati: Padre Pio non ha chiuso occhio mai. Visse anni senza poter dormire un’ora. Eppure era talmente sereno, tranquillo, da portare quel peso perfino tenendoci allegri. Quel quarto d’ora in cui stavamo insieme per un po’ di ricreazione, era lui a tenere banco con le barzellette. Ci faceva ridere e faceva delle domande un po’ a trabocchetto, così, per scherzare e tenerci contenti. Una sera stava male, malissimo, sembrava arrivato alla fine e noi eravamo preoccupatissimi; allora Padre Pio ha smesso di pregare, si è guardato attorno e ha detto:” A guagliò, chi s’è morto? A chi dobbiamo fare i funerali domani?” E così ci siamo messi a ridere ci siamo distratti e abbiamo dimenticato di preoccuparci di lui. Non voleva che nessuno partecipasse al suo dolore: era una croce sua e la voleva portare lui, anzi, lui prendeva le nostre croci su di sé. Le prendeva volentieri e ha scritto sull’Epistolario: ” Io vorrei che il Signore mi desse i dolori e le sofferenze di tutto il mondo, le croci di tutti gli uomini, però lasciando a loro i meriti”. E’ quello che i genitori fanno nei confronti dei figli, però Padre Pio quanti figli spirituali aveva? Centinaia di migliaia, e ognuno di questi, tra cui anch’ io, sapeva che Padre Pio pensava a loro, pregava per loro.
Una volta avevo un po’ di febbre ma non ho detto niente, facevo tutto regolarmente. Lui mi ha chiamato e mi ha detto: ” Guagliò, mo mi tocca pregare pure per la salute tua?. Sapeva che io avevo dei decimi di febbre e doveva pregare per la salute mia. Di questi figli Padre Pio aveva cura fino alla raffinatezza. Una volta gli ho chiesto: ” Come stai, padre? ”. Glielo domandavo spesso e lui rispondeva con una scrollatina di spalle, un sorriso, oppure diceva: ” Bene! ”. Quella volta ero io che non stavo proprio perfettamente bene, allora lui si è voltato verso di me che gli avevo domandato come stava e mi ha detto: ” Come stai tu? ”. L’amore di Padre Pio era meraviglioso, arricchito da quei carismi che Dio gli ha dato : conoscenza delle coscienze. Quando mi confessavo… Io facevo l’esame di coscienza almeno cento volte prima ,almeno dieci volte prima di confessarmi da lui, perché là se no le brutta figura era inevitabile. Una volta una signora che aveva fatto una lunga vita di teatro, di cinema, quindi potete immaginare, però la grazia di Dio l’ha toccata ed è venuta lì per confessarsi, perché ormai era convertita e provava tanto dolore per i peccati che non ce la faceva a parlare. Allora San Pio ha detto: ” Ho capito, tocca a me ” e allora ha detto tutti i suoi peccati di questa persona, però non ha detto il peccato più vergognoso: ” ho detto tutto? ” La signora non ha risposto”Sì” , ha chinato un po’ la testa vergognosa e Padre Pio ha aggiunto: ” E va bene, lo so ”. E ha detto quest’ultimo peccato. Padre Pio poteva fare l’esame di coscienza a tutti quanti, ma non era questo che a lui interessava, gli interessava che le nostre confessioni fossero fatte bene, per liberare l’anima. Perché gli uomini, specialmente, sono lontani dalla confessione? Si vergognano di andare? Si vergognano ad andare dal sacerdote che è un uomo. Ma quell’uomo sta a fare lo schiavo per noi. Padre Pio confessava quindici- venti ore al giorno. Pregate Iddio che vi dia un parroco, un sacerdote, un padre spirituale sempre disposto ad ascoltarmi, a capirmi, a perdonarmi, ad aiutarmi, a seguirmi e consigliarmi, perché questo è il segno dell’amore di Cristo che vi manda la guida. Ecco Padre Pio, il grande confessore del secolo, la grande guida delle anime: “ Io mi metterò sulla porta del Paradiso e lì resterò, fino a quando non sarà arrivato l’ultimo dei miei figli ”.Questo è il pensiero di Padre Pio. Noi gli chiediamo: ” Padre, goditi il Paradiso perché noi ti vogliamo seguire con tutto il cuore, non vogliamo fare i figli indegni, bizzarri, quelli che si avvicinano e poi scappano lontano. Noi crediamo, Gesù e quindi veniamo prima da te; tu guidaci e noi arriveremo”.
L’omelia di Padre Guglielmo mi è piaciuta moltissimo, grazie per averla pubblicata.Tanti anni fà ho conosciuto Padre Guglielmo, venne a Conversano in occasione della benedizione del gruppo di preghiera di San Pio al quale appartengo. Porgete a Lui i miei cari saluti, non sò se si ricorderà di mè. Grazie e pace e bene a voi. Saluti Luisa
Ci fa tanto piacere che spesso fai visita al nostro sito, grazie …. Ti saluteremo Padre Guglielmo … Perché come Gruppo di Preghiera non provate a invitarlo a tornare?
Un abbraccio fraterno e a presto.