– L’amore di Padre Pio verso il prossimo -
Dagli scritti di Padre Pio:
Sono stanco, estremamente stanco, dal gridare all’Altissimo che si pieghi finalmente, si arrenda alle mie suppliche, ai miei clamori. Ah! Lo comprendo che non merita ascolto che non è degno del suo amore; ma potrebbe ascoltare la supplica di chi lo supplica di chi lo supplica senza interesse proprio e per il solo bene dei propri fratelli. ( Ep.I,p.1154)
Dagli scritti di Padre Pio:
Oh Dio!oh Dio!, dove mi vola il pensiero? Che sarà di quegli infelici vostri figliuoli, e miei fratelli ancora, che avranno forse già meritato i vostri fulmini? Voi il sapete, o mio dolce redentore, quante volte la rimembranza di quel vostro divin volto, sdegnato contro di questi miei infelici fratelli, mi ha fatto gelare il sangue dalla spavento, più che il pensiero degli eterni supplizi e delle pene tutte dell’inferno. Io sempre vi ho supplicato tremando, come vi supplico pure al presente, che per la vostra misericordia vi degniate di ritirare un sì fulmineo sguardo da questi miei infelici fratelli. (Ep. I,p.677)
Dagli scritti di Padre Pio:
Voi l’avete detto, o dolce mio Signore, che “l’amore è forte al par della morte, e duro al par dell’inferno”(Cant. 8,6) perciò guardate con occhio di ineffabile dolcezza questi morti fratelli, incatenateli a voi con una forte stretta di amore. Risorgano tutti questi veri morti, o Signore. O Gesù, Lazzaro non vi chiese punto che lo risuscitaste … voi sapete, o mio Signore e mio Re, il crudo martirio che mi cagionano quest’altrettanti Lazzari: chiamateli con un grido sì possente che dia loro la vita ed al vostro comando escano dalla tomba dei loro sozzi piaceri. Fatelo, o Signore, e così tutti benediremo le ricchezze della vostra misericordia … (Ep.I, p.678)
Dagli scritti di Padre Pio:
Se so poi che una persona afflitta, sia nell’anima che nel corpo, che non farei presso del Signore per vederla libera dai suoi mali? Volentieri mi addosserei, pur di vederla andar salva, tutte le sue afflizioni, cedendo in suo favore i frutti di tali sofferenze, se il Signore me lo permettesse. (Ep.I,p.463)
Tratto dall’Epistolario I, II edizione anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni
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