Dagli scritti di Padre Pio:
Gesù disse: “Se non vi fate come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli”. Ma prima d’insegnarlo a noi colle parole l’aveva praticato lui stesso col fatto. Si fece bambino e ci diede l’esempio di quella semplicità che poi l’avrebbe insegnato colle parole. Diamo sfratto al nostro cuore, tenendo da esso lontano ogni prudenza terrena. Sforziamoci di avere una mente sempre pura nei suoi pensieri, sempre retta nelle idee, sempre santa nelle sue intenzioni. Conserviamo sempre una volontà, la quale non cerchi altro che Dio e la sua gloria. Se noi ci sforzeremo di andare avanti in questa bella virtù, Colui che ce la insegnò ci arricchirà sempre di nuovi luni e di maggiori favori celesti. (Ep. I,p.607)
Dagli scritti di Padre Pio:
Iddio vuole sposarsi coll’anima in fede e l’anima che deve celebrare questo celeste connubio in fede pura deve camminare, la quale soltanto è mezzo adatto ed unico per quest’unione d’amore. (Ep.I,p.441)
Dagli scritti di Padre Pio:
In alto, in alto i cuori, assorgiamo fino al trono di Dio; qui non si combatte con la fortezza del corpo, ma con la virtù dell’anima; qui si muove a vittoria non con armi di acciaio, ma con l’orazione; qui la fede fa durare sino alla fine nella prova. Negli assalti del nemico, nella prova della vita sorgiamo e preghiamo il Signore che tolga e tenga sempre lungi da noi il regno del nemico e ci dai la grazia di essere accolti nel regno suo quando a lui piacerà. (Ep.II,p.516)
Dagli scritti di Padre Pio:
Il tuo regno non è lontano e tu facci partecipare al tuo trionfo sulla terra, per poi partecipare al tuo regno nel cielo. Fa’ che non potendo contenere le comunicazioni della tua divina carità, predichiamo con l’esempio e con le opere la tua divina regalità. Prendi possesso dei nostri cuori nel tempo per possederli nell’eternimtà; che mai ci togliamo da sotto il tuio scettro: né la vita né la morte valga a separarci da te. La vita sia vita attinta da te a larghi sorsi d’amore per spandersi sull’umanità e che ci faccia morire ad ogni istante per vivere solo di te e spandere te nei nostri cuori. (Ep.IV,p.888)
Tratto dall’Epistolario I, IV, II edizione anno 1973, 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.
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